venerdì 20 gennaio 2012

PIZZO DEL BECCO IN VESTE INVERNALE

Questa montagna è più conosciuta dagli escursionisti che dal Rifugio Laghi Gemelli salgono sulla sua vetta per la bella ferrata che ne percorre il versante sud. Riveste comunque un certo interesse alpinistico e sono oltre 25 gli itinerari d’arrampicata che si sviluppano sul compatto “Verrucano Lombardo” che ne caratterizza sia il versante sud che quello nord. Si tratta di itinerari di più lunghezze con uno sviluppo sino a 300 m. Generalmente siamo di fronte a linee classiche, che percorrono gli evidenti sistemi di fessure e diedri, in cui i chiodi sono rari e bisogna sapersi proteggere. Non mancano, sulle placconate compatte che caratterizzano i pilastri della parete nord e dello spallone nord, alcune linee moderne protette a spit. Nonostante le difficoltà siano generalmente contenute l’impegno complessivo è alpinistico e, grazie anche all’ambiente selvaggio, la soddisfazione nell’arrivare sulla vetta è sempre notevole.
Concentriamoci ora sulla parete nord della cima principale e sullo spallone nord, in questo ambiente selvaggio, con l’arrivo dell’inverno si è registrata una significativa attività alpinistica.
Le tre vie classiche, che d’estate presentano una bella arrampicata su roccia solida e difficoltà contenute entro il IV grado, impreziosite dal ghiaccio e dalla neve sono state reinterpretate in punta di picche e ramponi. Non succede sovente ma, anche quest’anno, più cordate hanno salito la via Calegari-Rho, la via Calegari-Betti e la via Poloni-Agazzi, lungo bave di ghiaccio e incastrando le lame degli attrezzi nelle fessure. Lo zoccolo, che d’estate si sale senza alcun problema, in questa stagione presenta colatoi ghiacciati decisamente ineteressanti, soprattutto quello d’attacco alla Poloni-Agazzi.

PIZZO DEL BECCO 2507 m – parete nord
Nell’immagine:
in rosso la S. Calegari e F. Rho aperta il 16 agosto 59 – 300 m - IV
in giallo la S. Calegari e l. Betti aperta il 28 settembre 55 – 300 m – IV+
in verdino la G.C. Agazzi e S. Arrigoni aperta il 6 settembre 70 – 300 m – IV

il punto nero indica l'attacco effettivo della via nella versione estiva

Oltre a queste tre classiche la parete nord ospita anche una via moderna a spit la “Via per Roncalì” aperta da P. Begnis, T. Vitali e E. Vitali, che percorre le placconate comprese tra le due Calegari, con difficoltà massime sino al VI+.
Le novità invece si registrano sulla parete nord dell’avancorpo: lo spallone nord. Sulla sua parete di oltre 200 m corrono 8 itinerari aperti tra l’83 e il 2001. La scoperta di queste belle linee in fessura e le prime salite “clean” sono ad opera della cordata Azzoni e Gaffuri, lasciò il suo segno anche Andrea Savonitto ed infine nacquero anche tre linee a spit, una delle quali siglata da Bruno “Camos” Tassi.


PIZZO DEL BECCO – SPALLONE NORD – parete nord
Nell’immagine in giallo gli itinerari moderni a spit in rosso quelli alpinistici, in verde le vie invernali:
1 - la via del tricheco - 1983 - azzoni, galliani, fornoni, roncoroni – 220 m – V+ A0
2 - via de devoti - 2001 . tassi, tiraboschi – 230 m – 6b+
3 - la via della foca - 1983 - gaffuri, azzoni – 220 m – V+
4 - e per noi un ancomarzio - 1985 - savonitto, fornasari – 220 m – V+
5 - la terza fessura - 1983 - gaffuri, azzoni – 220 m – V+
6 - Pisco sauer - 2000 - ruffinoni, carletti – 200 m – 6b+
7 - i guardiano di sardegnana - 1983 - azzoni, gaffuri, galliani – 220 m - VI
8 - Fuga da Guenda - 2001 - ruffinoni, carletti – 160 m – 6a

Dopo questa panoramica arriviamo ai giorni nostri, Fulvio Zanetti on diversi compagni sale per tre volte ai piedi della parete ed ogni volta sale una linea, sfruttando le colate di ghiaccio che si formano alla base delle fessure e sullo zoccolo per poi procedere in dry tooling. Due linee con molta probabilità non sono mai state salite, la terza, ricalca alcune lunghezze della via di Savonitto “E per noi un ancomarzio” per poi seguire un altro sistema di fessure. Insomma con un po’ di fantasia e tanta voglia di mettersi in gioco, anche nel cuore delle Orobie non manca lo spazio per vivere piccole e grandi avventure. Per gli amanti del genere: “Affilate le picche, perché il Verrucano del Becco è abrasivo e vi aspetta per questo nuovo gioco”



A - Via: "BECCHE AL BECCO"
 
Primi salitori: Fulvio Zanetti e Valentino Cividini - 24 dicembre 2011
Difficoltà: III - WI 2 – M6
Dislivello: 250 m
Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 50 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia.
Avvicinamento: come per la precedente
Attacco: nell'evidente spaccatura a destra del primo grande pilastro.
Descrizione tiri:
L1- salire la goulotte obliqua a destra che scende dalla base dell'intaglio WI 2
L2-L3-L4-L5- entrare nell' intaglio e salirlo stando sempre nel diedro-fessura di sinistra. Qui la roccia si presta bene al dry tooling. M6
L6- salire il colatoio di neve con tratti di misto facili fino al pianoro sommitale
Discesa: a piedi
Note: medesime caratteristiche della precedente. Anche qui, siamo saliti usando sempre le piccozze


B - Via: "CAMINO MUSCHIOSO"
 

Primi salitori: Fulvio Zanetti e Tito Arosio - 9 dicembre 2011
Difficoltà: III - WI 2 – M5
Dislivello: 250 m
Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 50 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii, cordini e qualche chiodo da roccia.
Avvicinamento: da Carona (in fondo al paese) in prossimità della centrale dell'enel prendere il sentiero che sale direttamente al lago di Sardegnana 1735. costeggiarlo e salire seguendo il torrente che s'immette nello stesso, sino ad una conca con enormi massi, alla base della parete.(da evitare dopo abbondanti nevicate). Ore: 2,30 – 3,30 oin relazione all’innevamebt dell'innevamento
Attacco: nell’evidente spaccatura-camino a sinistra del primo grande pilastro.
Descrizione tiri:
L1- salire la colata di ghiaccio che scende dalla base dell' intaglio WI 2
L2-L3-L4-L5- entrare nell'intaglio e salirlo stando sempre nel diedro-camino di destra. Qui la roccia si presta bene al dry tooling. M5
L6- salire il colatoio di neve con tratti di misto facili fino al pianoro sommitale.
Discesa: a piedi
Note: Bella linea a carattere invernale in diedro-camino che alterna incastri di piccozza a incastri di corpo. noi siamo saliti usando sempre le piccozze. Si sconsiglia di salire questa linea in estate in quanto la roccia si presenta muschiosa e le fessure spesso erbose.


C - VIA "BECCO DRY"
Salitori: Fulvio Zanetti ,Cividini Valentino e Fiori Oscar  (14 gennaio 2012)
Difficoltà: III - M6+
Sviluppo: 250 m
Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 50m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii, cordini e qualche chiodo da roccia.
Attacco: nell’evidente spaccatura al centro della parete.
Descrizione tiri:
L1- salire il diedro erboso a sinistra dell'evidente spaccatura. M 4+
L2- L3- salire all'interno della spaccatura, senza linea obbligata fino ad un diedro leggermente strapiombante con un vecchio cordino. Superarlo e sostare subito sopra. M4 e M6+ ( lunghezze in comune con "e per noi un ancomarzio"). 
L4- tratto di neve poi salire la fessura di sinistra e superare due leggeri strapiombi. M5+
Discesa: a piedi L5- entrare nello stretto camino obliquo a sinistra e sostare un cinque metri prima della sua
Note: Bella linea a carattere invernale che percorre la fessura-camino al centro della parete, con numerosi passaggi in dry interessanti e sempre ben proteggibili. Noi siamo saliti usando sempre le piccozze. La seconda e la terza lunghezza di corda, coincidono con la linea "e per noi un ancomarzio" dell' 85, poi dove quest'ultima devia a destra, noi siamo saliti a sinistra, seguendo sempre la fessura obliqua a sinistra fino al pianoro sommitale


LINK UTILI
Sul sito di Fulvio troverete report e immagini delle nuove salite: vai

1 commento:

gigante ha detto...

Bell'articolo! Complimenti