venerdì 27 gennaio 2012

MISTO GRANITE

Inverno 2011-2012. 
Dopo un bell'esordio in Valseria in compagnia di Ennio e Yuri, ho rimesso il becco, anzi le becche nella nostra Valcanale. Da anni le cascate di fondovalle si formavano poco e male. Quest'anno già prima di Natale il Couloir del Secco ed il Chignol del Gal, anche se con poco ghiaccio e con molta attenzione, erano salibili. Poi sono andate piano piano in gran forma e si sono aggiunte pure Vertical Ice e il Pattinaggio. Insomma un bel parco giochi a mezz'ora da casa, dove è possibile anche una toccata e fuga mattutina o serale. Se poi allarghiamo il raggio d'azione alla Valle Brembana, anche lì non c'è che l'imbarazzo della scelta, non solo la Cascata dei Mughi, che è stata tra le prime a formarsi, è pronta ad ospitare le nostre becche, ma c'è pure La Nicchia, La Rana, Il Traverso, La Condotta, Valleve.
MISTO GRANITE: le immagini
le fughe pomeridiane in Valcanale e le puntate in Val Brembana mi hanno riportato a cinque anni fa, agli esordi: alle Granite del Colonnello.

LA GRANITA DEL COLONNELLO - lunedì 12 febbraio 2007 23:39
Da tempo aveva un desiderio, una voglia, un prurito, ma il vecchio lo allontanava ogni volta da sé, con le scuse più banali, ingannandosi ogni volta, cercando una via di scampo che non lo mettesse con le spalle al muro, schiacciato dall’inconfessato desiderio. Una granita, un bicchiere di ghiaccio tritato, semplice, fresca, solida acqua. Scacciava l’immagine ogni qual volta gli si presentasse, ma le tempie restavano a lungo fresche ed il centro della fronte ghiacciato sino a fargli male.
Ma si sa, i vecchi perdono la memoria e con essa i freni inibitori. Anche il colonnello non si sottrasse a questa regola dettata dal tempo, non si ricordava più il perché ed il per come di quelle continue fughe di fronte all’algido mucchietto di ghiaccio tritato.
Non vi dico che gioia pervase le sue intorpidite membra, ma ciò non bastò per renderne lucido il pensiero di quelle fughe interrotte. Si precipitò in cantina alla ricerca degli idonei attrezzi utili per
triturare il ghiaccio. Infine li trovò, li spolverò e ne verificò l’affilatura, importantissimo e fondamentale aspetto per ottenere del buon ghiaccio finemente tritato.
Per una buona granita è fondamentale la qualità del ghiaccio, ciancicò tra se il colonnello, che, memore di alcuni spot pubblicitari, immediatamente s’immaginò monti innevati, distese glaciali e flussi ghiacciati.
Baldanzoso parti e si ritrovò ben presto sul fondo di valli ombrose, arrancando nella neve alta, per giungere ai piedi di silenziose cascate pietrificate dal gelo. Già pregustava il momento in cui avrebbe iniziato  a triturare quel ghiaccio dalle mille sfumature, una per ogni sapore
che già sentiva sulla lingua.
Si guardò attorno, stupito vide altri intenti a macinare ghiaccio, evidentemente molto tempo era passato, i suoi attrezzi erano degni di un museo, ma non si disperò ed inizio a staccare piccole scaglie, lentamente, piano piano, facendo attenzione che si frantumassero bene.
Alla fine della giornata, contento del lavoro svolto e del bel mucchietto, accumulatosi giù la in fondo, si ricordò di avere scordato a  casa il bicchiere, il cucchiaino, la cannuccia ed il suo sciroppo preferito: azzurro anice.
GRANITA DELLA CONDOTTA - le immagini


giovedì 26 gennaio 2012

IL GRAN SCOZZESE

Che spettacolo! Chi se lo sarebbe aspettato? Ho sempre pensato che la Val Daone fosse lontana, troppo lontana. Ho sempre immaginato grappoli di cordate ad ornare ogni cascata.
Nulla di tutto ciò corrisponde a verità, perlomeno alla mia verità relativa. L’altro giorno mi son preso le ferie e con Dan, Yuri e Kita, in due agili orette, rischiando la vita ed il ritiro della patente, siamo arrivati a destinazione. Solo noi in tutta la valle. Il Gran Scozzese era lì di fronte, con le frange del suo kilt che penzolavano nell’aria. Chissà quali gioielli di famiglia nascondevano. Sei lunghezze di corda decisamente interessanti ed estetiche ed il gran muro finale, al penultimo tiro, con una grande esposizione vista lago. Se poi ci mettiamo 15 ridicoli minuti di avvicinamento, devo dire che tutti i miei preconcetti si sono frantumati, come cubetti di ghiaccio tritati in una gustosa granita.


le immagini

venerdì 20 gennaio 2012

PIZZO DEL BECCO IN VESTE INVERNALE

Questa montagna è più conosciuta dagli escursionisti che dal Rifugio Laghi Gemelli salgono sulla sua vetta per la bella ferrata che ne percorre il versante sud. Riveste comunque un certo interesse alpinistico e sono oltre 25 gli itinerari d’arrampicata che si sviluppano sul compatto “Verrucano Lombardo” che ne caratterizza sia il versante sud che quello nord. Si tratta di itinerari di più lunghezze con uno sviluppo sino a 300 m. Generalmente siamo di fronte a linee classiche, che percorrono gli evidenti sistemi di fessure e diedri, in cui i chiodi sono rari e bisogna sapersi proteggere. Non mancano, sulle placconate compatte che caratterizzano i pilastri della parete nord e dello spallone nord, alcune linee moderne protette a spit. Nonostante le difficoltà siano generalmente contenute l’impegno complessivo è alpinistico e, grazie anche all’ambiente selvaggio, la soddisfazione nell’arrivare sulla vetta è sempre notevole.
Concentriamoci ora sulla parete nord della cima principale e sullo spallone nord, in questo ambiente selvaggio, con l’arrivo dell’inverno si è registrata una significativa attività alpinistica.
Le tre vie classiche, che d’estate presentano una bella arrampicata su roccia solida e difficoltà contenute entro il IV grado, impreziosite dal ghiaccio e dalla neve sono state reinterpretate in punta di picche e ramponi. Non succede sovente ma, anche quest’anno, più cordate hanno salito la via Calegari-Rho, la via Calegari-Betti e la via Poloni-Agazzi, lungo bave di ghiaccio e incastrando le lame degli attrezzi nelle fessure. Lo zoccolo, che d’estate si sale senza alcun problema, in questa stagione presenta colatoi ghiacciati decisamente ineteressanti, soprattutto quello d’attacco alla Poloni-Agazzi.

PIZZO DEL BECCO 2507 m – parete nord
Nell’immagine:
in rosso la S. Calegari e F. Rho aperta il 16 agosto 59 – 300 m - IV
in giallo la S. Calegari e l. Betti aperta il 28 settembre 55 – 300 m – IV+
in verdino la G.C. Agazzi e S. Arrigoni aperta il 6 settembre 70 – 300 m – IV

il punto nero indica l'attacco effettivo della via nella versione estiva

Oltre a queste tre classiche la parete nord ospita anche una via moderna a spit la “Via per Roncalì” aperta da P. Begnis, T. Vitali e E. Vitali, che percorre le placconate comprese tra le due Calegari, con difficoltà massime sino al VI+.
Le novità invece si registrano sulla parete nord dell’avancorpo: lo spallone nord. Sulla sua parete di oltre 200 m corrono 8 itinerari aperti tra l’83 e il 2001. La scoperta di queste belle linee in fessura e le prime salite “clean” sono ad opera della cordata Azzoni e Gaffuri, lasciò il suo segno anche Andrea Savonitto ed infine nacquero anche tre linee a spit, una delle quali siglata da Bruno “Camos” Tassi.


PIZZO DEL BECCO – SPALLONE NORD – parete nord
Nell’immagine in giallo gli itinerari moderni a spit in rosso quelli alpinistici, in verde le vie invernali:
1 - la via del tricheco - 1983 - azzoni, galliani, fornoni, roncoroni – 220 m – V+ A0
2 - via de devoti - 2001 . tassi, tiraboschi – 230 m – 6b+
3 - la via della foca - 1983 - gaffuri, azzoni – 220 m – V+
4 - e per noi un ancomarzio - 1985 - savonitto, fornasari – 220 m – V+
5 - la terza fessura - 1983 - gaffuri, azzoni – 220 m – V+
6 - Pisco sauer - 2000 - ruffinoni, carletti – 200 m – 6b+
7 - i guardiano di sardegnana - 1983 - azzoni, gaffuri, galliani – 220 m - VI
8 - Fuga da Guenda - 2001 - ruffinoni, carletti – 160 m – 6a

Dopo questa panoramica arriviamo ai giorni nostri, Fulvio Zanetti on diversi compagni sale per tre volte ai piedi della parete ed ogni volta sale una linea, sfruttando le colate di ghiaccio che si formano alla base delle fessure e sullo zoccolo per poi procedere in dry tooling. Due linee con molta probabilità non sono mai state salite, la terza, ricalca alcune lunghezze della via di Savonitto “E per noi un ancomarzio” per poi seguire un altro sistema di fessure. Insomma con un po’ di fantasia e tanta voglia di mettersi in gioco, anche nel cuore delle Orobie non manca lo spazio per vivere piccole e grandi avventure. Per gli amanti del genere: “Affilate le picche, perché il Verrucano del Becco è abrasivo e vi aspetta per questo nuovo gioco”



A - Via: "BECCHE AL BECCO"
 
Primi salitori: Fulvio Zanetti e Valentino Cividini - 24 dicembre 2011
Difficoltà: III - WI 2 – M6
Dislivello: 250 m
Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 50 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia.
Avvicinamento: come per la precedente
Attacco: nell'evidente spaccatura a destra del primo grande pilastro.
Descrizione tiri:
L1- salire la goulotte obliqua a destra che scende dalla base dell'intaglio WI 2
L2-L3-L4-L5- entrare nell' intaglio e salirlo stando sempre nel diedro-fessura di sinistra. Qui la roccia si presta bene al dry tooling. M6
L6- salire il colatoio di neve con tratti di misto facili fino al pianoro sommitale
Discesa: a piedi
Note: medesime caratteristiche della precedente. Anche qui, siamo saliti usando sempre le piccozze


B - Via: "CAMINO MUSCHIOSO"
 

Primi salitori: Fulvio Zanetti e Tito Arosio - 9 dicembre 2011
Difficoltà: III - WI 2 – M5
Dislivello: 250 m
Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 50 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii, cordini e qualche chiodo da roccia.
Avvicinamento: da Carona (in fondo al paese) in prossimità della centrale dell'enel prendere il sentiero che sale direttamente al lago di Sardegnana 1735. costeggiarlo e salire seguendo il torrente che s'immette nello stesso, sino ad una conca con enormi massi, alla base della parete.(da evitare dopo abbondanti nevicate). Ore: 2,30 – 3,30 oin relazione all’innevamebt dell'innevamento
Attacco: nell’evidente spaccatura-camino a sinistra del primo grande pilastro.
Descrizione tiri:
L1- salire la colata di ghiaccio che scende dalla base dell' intaglio WI 2
L2-L3-L4-L5- entrare nell'intaglio e salirlo stando sempre nel diedro-camino di destra. Qui la roccia si presta bene al dry tooling. M5
L6- salire il colatoio di neve con tratti di misto facili fino al pianoro sommitale.
Discesa: a piedi
Note: Bella linea a carattere invernale in diedro-camino che alterna incastri di piccozza a incastri di corpo. noi siamo saliti usando sempre le piccozze. Si sconsiglia di salire questa linea in estate in quanto la roccia si presenta muschiosa e le fessure spesso erbose.


C - VIA "BECCO DRY"
Salitori: Fulvio Zanetti ,Cividini Valentino e Fiori Oscar  (14 gennaio 2012)
Difficoltà: III - M6+
Sviluppo: 250 m
Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 50m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii, cordini e qualche chiodo da roccia.
Attacco: nell’evidente spaccatura al centro della parete.
Descrizione tiri:
L1- salire il diedro erboso a sinistra dell'evidente spaccatura. M 4+
L2- L3- salire all'interno della spaccatura, senza linea obbligata fino ad un diedro leggermente strapiombante con un vecchio cordino. Superarlo e sostare subito sopra. M4 e M6+ ( lunghezze in comune con "e per noi un ancomarzio"). 
L4- tratto di neve poi salire la fessura di sinistra e superare due leggeri strapiombi. M5+
Discesa: a piedi L5- entrare nello stretto camino obliquo a sinistra e sostare un cinque metri prima della sua
Note: Bella linea a carattere invernale che percorre la fessura-camino al centro della parete, con numerosi passaggi in dry interessanti e sempre ben proteggibili. Noi siamo saliti usando sempre le piccozze. La seconda e la terza lunghezza di corda, coincidono con la linea "e per noi un ancomarzio" dell' 85, poi dove quest'ultima devia a destra, noi siamo saliti a sinistra, seguendo sempre la fessura obliqua a sinistra fino al pianoro sommitale


LINK UTILI
Sul sito di Fulvio troverete report e immagini delle nuove salite: vai

martedì 10 gennaio 2012

NIDO


Resto tra gli alberi
verso l'interno
lontana dagli altri
con una rosa al polso
ci sono luoghi muti, luoghi fermi
dove annusi lo spazio eterno
io sono un nido sui rami d'inverno
sono visibile
chiaro e pulsante
un cuore esposto
sono una gioia infinita e urlante
sono un brivido esteso all'universo
che rimane fermo
sono un nido sui rami d'inverno
Cristina Donà – NIDO (1999)

Una manciata d’ore di sonno e sono sveglio. La luna fuori è quasi piena, da poco ha già iniziato a calare verso il crinale boscoso, ad occidente, rischiarando la valle a giorno. Esco, non fa freddo, il favonio suona la sua musica tra le chiome spoglie degli alberi. Mi incammino verso l’auto, carico lo zaino e la sacca degli scarponi nel bagagliaio, e parto. Dopo alcune centinaia di metri una volpe mi attraversa la strada, prima di dileguarsi oltre il ciglio, verso il torrente, si ferma e mi guarda. Folate di vento ne spettinano la pelliccia scura e folta, lei è pronta per l’inverno, si volta e sparisce.
Il viaggio è piacevole, le luci delle sponde Lariane scorrono oltre il finestrino, non guido, chiacchieriamo e poi mi addormento. Mi sveglio, siamo fermi. Fuori una spessa coltre bianca è avvolta nel buio. Ci incamminiamo, l’aria è fredda ma non troppo, nevischia nel fascio di luce delle lampade frontali. Lungo la stradina si cammina bene, la neve scricchiola e geme sotto la pressione dei nostri scarponi. Pigramente viene giorno, un chiarore lattiginoso in cui volteggiano fiocchi di neve. Il nido compare. lassù tra i rami dei larici. Abbandoniamo la stradina e ci dirigiamo al suo cospetto, avanziamo sprofondando sino al ginocchio ed oltre, a volte siamo immersi sino alla vita. Non c’è fretta, siamo soli, e con calma apriamo una trincea sino alla sommità del ripido versante, dove ci prepariamo per fare visita al Nido.


NIDO - LE IMMAGINI

giovedì 5 gennaio 2012

RITORNO ALLA MADRE E I LUOGHI COMUNI

Quindici anni sono passati, forse più. C’eravamo conosciuti da poco e mi invitò a salire una cascata di ghiaccio, da allora con Mimmo mi legai moltissime volte e la nostra amicizia si consolidò. Se non sbaglio era febbraio, un inverno strano con pochissima neve, risalimmo la valle in auto lungo la sterrata sino alla sbarra, poco prima della malga, al limitare del bosco. Faceva freddo ma di neve nemmeno l’ombra. Risalimmo a piedi, facendo attenzione alle lastre di ghiaccio, i tornanti sino alla prima diga, lungo il sentiero estivo raggiungemmo la terza diga, e da li costeggiammo il lago sino a risalire il ghiaione che portava alla base della cascata. Ci cambiammo al sole, si stava bene. Le mie esperienza su cascate di ghiaccio si limitavano ad un paio di uscite che, per essere sincero, non mi avevano affatto esaltato. Il suo entusiasmo e la curiosità di riprovare mi avevano trascinato in quel luogo, dove mi trovavo con un paio di grivel con il manico diritto e le lame a banana, dragonne e cordini di collegamento all’imbrago. Ai piedi un paio di ramponi da misto le cui punte piatte sbucavano appena oltre la punta dello scarpone, all’imbrago un  paio di viti artigianali al titanio, acquistate dagli alpinisti cecoslovacchi incrociati a Courmayeur. Scalai da secondo, con gli avambracci d’acciaio e i polpacci che urlavano, e la sensazione di precarietà non mi abbandonò. Non mi sentivo sicuro e nonostante il fascino sprigionato da quelle minuscole lacrime di ghiaccio, che la montagna nascondeva nelle sue pieghe più intime, per anni non riprovai più quell’esperienza.

Oggi sono qui che ritorno in quei luoghi e che ritorno alla Madre, affondiamo sino al ginocchio ed oltre, in uno strato di neve leggera e inconsistente. Con la mente torno a quel giorno e penso a quanta strada ho percorso e quante cose sono cambiate. Con Mimmo ci sentiamo regolarmente, ripromettendoci ogni volta di fare una salita assieme e prima o poi quella volta arriverà. Il materiale da ghiaccio ha avuto un’evoluzione impressionante ma i luoghi comuni sono invece gli stessi. Ora più di allora, ma sempre come se fosse una novità assoluta, i media sbandierano gli effetti dei mutamenti climatici e la cronaca locale decreta la scomparsa dell’inverno, solo perché non c’è neve sufficiente per il “circo bianco” delle nostre vallate. Indubbiamente abbiamo massacrato il nostro pianeta e la sua temperatura media lentamente sale, ma l’inverno, quello vero, quello che non si identifica con la neve programmata e le piste battute e tirate come un biliardo, per nostra fortuna esiste. Ed è un piacere andarlo a scovare ogni anno, basta avere la voglia e il desiderio di portare a spasso il nostro corpo, liberare la nostra percezione e i nostri sensi, senza farci ingabbiare dai luoghi comuni e dalle tristi immagini di strisce di neve artificiale che si snodano su pendii spelacchiati.
A questo ed altro penso nelle tre ore di avvicinamento alla Madre, l’inverno esiste e ci circonda, anzi ci avvolge e ci nuotiamo dentro. Lentamente in questi anni vengo sempre più rapito dal fascino e dalla bellezza discreta di queste effimere strutture di un estetica pura ed unica.

RITORNO ALLA MADRE - LE IMMAGINI

lunedì 2 gennaio 2012

DIARIO PATAGONICO

In Patagonia ci vanno in molti, ma pochi tornano con dei diari di viaggio. Senza nulla togliere a Chatwin o Sepulveda, ho raccolto le esilaranti e-mail e relative foto che, con cadenza regolare, Daniele ha mandato agli amici orobici. Ne è nato questo insolito Diario Patagonico dove non vi è solo la scalata ma sguardi ironici sulla quotidianità di El Chalten. Spero vi piaccia, perchè in Patagonia non si va solo a scalare ma anche solo per vivere in “altri luoghi” nuove esperienze con gli amici.
Buona Lettura
Mau
Diario Patagonico
mercoledì 30/11/2011 21:24 - VIAGGIO
Ciao,
noi tutto bene, siamo arrivati a El Calafate verso le 11.30 ora locale (-4 rispetto a voi) un po pieni dal volo ma tutto ok compresi i bagagli. Domattina ripartiamo alla volta di El Chalten. Oggi pomeriggio l'abbiamo risolta elegantemente a bar e se tanto mi da tanto, stasera asado ... ma domani train a fuego.
Ci sentiamo, allenarsi
Yuri e Marta
Daniele e Battista
giovedì 01/12/2011 09.15
Eccovi alcuni scatti di ieri, qui sono le 5.11 e non si dorme una bega.
Ps: beccatevi il nostro forte rappresentante orobico.... in vetrina.
allenarsi




venerdì 02/12/2011 10:14
Eccovi il livello di vista e di tempo che c'è oggi a El Chalten. Domenica scorsa nevicava, io 10 minuti fa ho scattato queste foto uscendo di corsa in mutande e infradito dal B&B dove alloggiamo....
allenarsi “a arda' i previsiu'”

venerdì 02/12/2011 10:44
Dimenticavo,
Questo e' il nostro uomo di punta che con il suo cranio scaverà tipo lombrico il tunnel sulla cappella finale (se n'ga ria aprofly..), e' stato scelto dopo una lunga selezione per sferrare l’attacco finale al Cerro Hemmenthal.
allenarsi + di prima
sabato 03/12/2011 13:02  da Marta - PARTITI
Ecco i nostri baldi alla volta del Cerro, partiti ieri.
Oggi giornata spettacolare. Questa mattina non c'era una nuvola e soprattutto zero vento.
Qualcuno (vi lascio immaginare chi) si è chiesto per quale motivo portare piumino e antivento in Patagonia. Prossima volta infradito e pantaloni corti.
Per fugare i dubbi vi allego un primo piano del "livellone".
Prossimi aggiornamenti tra un paio di giorni!
Adios
M.

domenica 04/12/2011 14:46 da Marta - CONTINUA IL BEL TEMPO
Buona domenica a tutti!
Qui il bello continua. Oggi c'è vento ma fino ad adesso niente nuvole.
La Patagonia ci sta regalando giornate splendide.
Ieri alla chocolateria un alpinista mi ha detto che ha incontrato i nostri tres amigos a Niponino. Stavano valutando se dirottare su Exocet perchè il tempo sul Torre in serata non sarebbe stato il massimo (vedi allegato - foto scattate intorno alle 16.00). Le previsioni davano un po' di precipitazioni intorno alle 2 di notte.
Staremo a vedere.
Hasta luego!
M
domenica 04/12/2011 20:24 da Yuri
Ciao a tutti, primo round fallito, dopo aver allungato l' avvicinamento a Niponino, per ovvi motivi di morena franosa con sassetti stile pulmino Dan in bilico, io e il capellone, Bati era stufo e ci ha aspettato a Niponino, abbiamo provato Exocet, caldo porco neve marcia e ghiaccio da cascata … del Niagara, quindi doppie con ancoraggi sommersi dalla neve, quelli visibili, nei due diedri di discesa, sommersi dalla acqua e dalle scariche. Una di queste presa dal Dan mentre, appeso alla sosta più di merda che abbiamo trovato, aspettava me che allestivo quella sotto. Morale 4 chiodi e un friend donati al Cerro Standard, ma in terra sani e discretamente asciutti.
ciao da tutti
domenica 04/12/2011 22:25
Mail1/3
Ciao,
Inoltro alcuni scatti dell'avvicinamento al Niponino, altro che 6 ore tempi Rollo, 8 ore a ravanare su morena de fi.. e in più ghiacciaio infinito tipo spianata delle piramidi. Comunque riassumendo:
Venerdì - avvicinamento a Niponino 8 ore di cui 5 di ostioni.
Sabato - Yuri ed io tentativo a Exocet con partenza alle 4 e rientro alle 18 al Niponino; via in condizioni pessime, troppo caldo e scariche ovunque, mancavano 3 tiri di cascata per uscire, ma non era il caso ... credeteci. Discesa tipo Fuga da Alcatraz.
Oggi (domenica) - rientro a El Chalten, 7 ore di via crucis, con frequenti fermate per riposo elle spalle. Le mucille erano stracariche e nonostante non avessimo la tenda, “an ghe' nera a s'è”.
NB - per i soci ghiacciatori e scialpinisti, quando rientro avrò un quadricipite talmente tonico che non voglio sentir parlare di gite inferiori a 3000mt di dislivello positivo o di avvicinamenti alle cascate minori di 6 ore, per intenderci, in Val d'Avio si va dopo il lavoro...
less talking, more train!
allenarsi


domenica 04/12/2011 22:39
Mail2/3
Alcuni scatti di ieri - la prima vista Torre, Egger, Standart - durante l'avvicinamento al colle di quest'ultima, spettacolo esagerato. La seconda e terza foto sulla via Exocet.
allenarsi


domenica 04/12/2011 22:52
Mail3/3
Didascalie delle foto: Rientro a El Chalten, Ghiacciaio tormentato e Il riposo del guerriero.
Abbiamo fatto dei video in questi giorni, da pisciarsi dentro dalle risate...quando torniamo, noleggiamo il Palacreberg per farli vedere.
allenarsi


lunedì 05/12/2011 12:06
Ciao soci,
Stamattina sono nel letto e mentre leggo da 2 ore la posta, fuori soffia un vento da paura. Secondo me “de che' n'po che ghe' pio' ol tecc.”
Ricordatevi di inoltrare le mail anche al giangi, biro, gio, michele, uaua e di chi mi sono dimenticato, per il resto ieri eravamo talmente stanchi e pieni che al rientro con quei due alcolizzati ci siamo bevuti 6 birre da 33cc, 1 da 50cc e a cena 3 bottiglie da 1lt/cad ma per fortuna all'ultima ci ha aiutato Marta ad uscire dall'alcolismo.
“Ale' fidec”.
allenarsi
martedì 06/12/2011 11:46 - CHOCOLATERIA
Buongiorno onaisers,
Ieri giornata di riposo totale dopo 3 gg di pienezza e devo dire he ogni tanto l'e mia mal. Vi giro alcuni scatti fatti domenica sera nella famosa chocolateria di El Chalten, per intenderci, per chi ha visto "ritmo latino", e' dove ha inizio la storia del video. Ho mangiato una torta di un livello così inarrivabile e così calorica che se mi avesse visto il Biro mi avrebbe detto che con quella avrebbe tranquillamente bivaccato sulla Chandelle al Pilone per una settimana. Oggi danno molto viento, ergo uscirò con il paraoregie di hello kitty, onde evitare un otite cavalcante e probabilmente nel pomeriggio ci muoveremo verso il Fitz, ora pero' cionata di colazione visto che qui sono le 7.40 e non ci sto + dentro dalla fame.
Ciao e nel dubbio.....du tir in Valgua
Come sempre giratela a chi manca
Train


martedì 06/12/2011 19:20 - ALE' OMBREL
Compagni,
oggi il vento fa paura, in più piove di traverso, ho dovuto mettere via le infradito e il pantaloncino di cotone, ma che minchia di clima c'e in Patagonia? Possibile che devo essere sempre l'ultimo a sapere le cose? Ma allenarsi a guardare le previsioni prima di partire. Be' nel frattempo vi invio le foto della macchina che volevo ritirare per guadagnare negli avvicinamenti, affarone...
Domani WINDGURU da bello e probabilmente, anzi di sicuro, ci avvieremo all'interno.
Ciao a tutti e se fa brutto, leggete un libro.... anzi no, fate travo che ha + senso.
allenarsi

venerdì 09/12/2011 21:09 - CUMBRE
Mail 1/3
E dopo tanto tribulare, ieri cumbre Fitz Roy dalla via Franco Argentina. Grande salita ma soprattutto grande giornata, partenza alle 2 am dal bivacco Paso Superior, ghiacciaio, canale, ore 8 abbiamo attaccato la via e alle 16 in vetta, doppie e rientro al bivacco verso le 22...come direbbe il bepi, “Mia mal ol country.”
Per li increduli del Bar Juba, allego foto di vetta e fitz in veste serale poco sopra il ns bivacco.
Gran posto la Patagonia, ma che fatica questa giostra. Ora speriamo in almeno 2 gg di brutto consecutivi così riposiamo, altrimenti ci tocca ripartire.
Come sempre allenarsi, ma a fuego.
Ciao
daniele

venerdì 09/12/2011 21:49
Mail 2/3
Yuri al fa pura, speriamo di rimanere solo allievo anche in cerveceria, altrimenti mi portano via in barella.
PS: ieri siamo partiti come 3a cordata con avvicinamento di 5 ore, ne avevamo davanti altre 2 che avevano dormito alla base.....le abbiamo brancate e massacrate. In ogni cordata c'era una GA ma il nostro “orobians” ha fatto chiarezza sia in salita che in discesa.
Ades pero' me toca paga' la giurnada...allenarsi 2 volte.
venerdì 09/12/2011 22:00
Mail 3/3
Vista Cerro Torre dalla vetta del Fitz Roy
sabato 10/12/2011 04:02 - DESKTOP
Vi giro una foto da desktop, a chi non piacesse posso sempre inoltrare quella del Vaccaro fatta 2 settimane fa.
Nb: purtroppo il tempo era uggioso.
Allenarsi
sabato 10/12/2011 04:12
Mail 1/2
Alcune foto della salita (non so se sono in ordine):
1, crepaccia terminale superata per arrivare alla breccia.
2, vista dall'alto della prima lunghezza.
3, scrarpette Mago ice, limited edition
allenarsi


sabato 10/12/2011 21:09
Mail2/2
altre foto
1, il disidratato
2, il westfalia di el chalten
3, la gavazzeni di el chalten
Train


lunedì 12/12/2011 02:13
Oggi camminata in scioltezza di 8 ore per richiamo del quadricipite, meta Mirador de la ... non mi ricordo più, il tutto per smaltire le birre e le torte al cioccolato tipo chignoli fermaporta che abbiamo ingurgitato ieri.
Paesaggi bellissimi ma sempre con il vento patagonico che ci accompagnava. Domani sessione di boulder o giu di lì, non da ritornare in Italia e il governo Monti tassa gli esemplari maschi che non chiudono almeno il 7a on- sight.
allenarsi


martedì 13/12/2011 04:04 - PATAGONIA BOULDERS
Compagni,
Oggi tanto per cambiare sole, ma con un po di vento caldo che porterà l'isoterma a oltre 3000 nei prossimi giorni, oggi pomeriggio, mentre i coniugi tentavano di venire a capo di alcuni tiri di 5c in falesia, il sottoscritto armato di scarpette e mg, si è recato nella zona blocchi verso il Fitz Roy dove indovinate chi ha incontrato? Nicolas favresse? No. Forse Fred Nicole? No. I fratelli Huber? Una bella gnocca? Magare! Ho incontrato Rollo Garibotti e Colin Halley ed ho scalato con loro per un paio d'ore. Personaggi fortissimi ma molto semplici e di compagnia. Ho fatto a Rollo i complimenti per la traversia, Standart, Egger, Torre .... “che salita di livello” e lui: “si bella, neanche tanto difficile, un po complessa la logistica” ...... Rollo, “Ma te, ta fe mia sento” ma avete presente che già arrivare al Nipponino illesi è da Guinness? Pensa farti il giro! Alchè ho concluso: “Va bene, l'anno prossimo mi presento con il mio forte compagno da misto complesso (Spiraka) e spapereremo la traversia” ......Calcola Ennio che la roccia è più sana della “marserea” della ovest e secondo me farai + fatica, però se ti alleni alacremente e ti ammazzi di travo, qualcosa combiniamo.
A parte le minchiate, domani ripartiamo verso i satelliti del Fitz, meta vie di roccia perché di misto non resta molto.
Allego due immagini, la prima del sottoscritto dopo la sessione vittoriosa con i due forti patagonici, la seconda mentre stavo rientrando non ho saputo resistere a documentare la fase di ricorritura tetto di una casa “Alè sigüresa, alè legge 81”!
Ciao e massacratevi di allenamento aerobico se volete venire in Patagonia, perché come dice Rollo, qui 1 tiro di corda = 1 ora di avvicinamento. Fì oter....
Duri!

venerdì 16/12/2011 03:43
Mail 1/2
Compagni,
vi scrivo dal pc di Marta perchè il mio prestigioso pad, è pieno intasato di foto e video che si rifiuta di scaricare anche la data del giorno.
Ieri siamo rientrati a El Chalten dopo 2 gg passati sul versante ovest del Fitz Roy raggiungendo la cumbre della Aguja Guillaumet dalla via Brenner-Moschioni. Bella salita che, come al solito, nonostante i gradi “scala onaiser” che si evincono dalla relazione, non ci ha risparmiato da fatiche, genuflessioni e ostioni.
Inoltro in allegato alcuni scatti, che evidenziano lo sforzo sovraumano dettato dalle condizioni meteo avverse, dove solo i più determinati riescono ad emergere. Ovviamente parafrasando il Gibe, “noter an sera i migliur del mont mondial”, praticamente “i kings del giaser” e quindi l'abbiamo portata fuori brillantemente, quasi come forti alpinisti.
in allegato:
foto 1, due fotomodelli immaturi, posano per il catalogo gabel 2012
foto 2, la potenza è nulla senza il controllo, ma anche la fame l'è brota
foto 3, bufera sul Fitz
allenarsi


venerdì 16/12/2011 03:53
Mail 2/2
in allegato altri scatti:
foto 1, partenza alle 4 dopo essere rientrati dal “Number One” alle 3.30...
foto 2, rientro al campo Piedra Negra, dopo la lotta con gli elementi, sulle note dei Modà feat. Emma
foto 3, le iene del campo, chiedono a gran voce di posare per la nuova linea di astucci penici D&G, “alè gnoransa, alè alè...”
allenarsi



venerdì 16/12/2011 12:11
Ciao,
oggi per noi è l'ultimo giorno a El Chalten, abbiamo deciso di anticipare il volo di rientro perchè danno tempo in peggioramento e molto vento, pertanto la nostra avventura patagonica si conclude qui. belissimo posto che merita sicuramente una visita, stupendo sia per i climberoni che per i trekker.
Carlo, l'altro giorno abbiamo conosciuto Ramiro Calvo che era anche lui sulla Guillaumet con una cliente, gli ho detto che sei divetato forte e temuto, ti aspetta con la Monica per la Maestri al Torre, in giornata dal Noruegos.....ovviamente.
Uaua, fatti portare dal tuo michi 84 perchè i posti sono veramente belli e i sentieri comodi, certo il tuo ditino si lamenterà come suo solito, ma come di dice da queste parti "hai voluto la muher? o endela o tendela...alenarse".
Mauri, a un caporandagio come te, non può mancare nel CV una salita in Patagonia, è meglio però che ti porti uno sciroppo per il mal di gola perchè conoscendoti comincerai a ululare dalla rotonda  direzione Lago Viedma fuori da El Calafate, fino al rientro in Italia.
Piera, organizzati che l'anno prossimo si ritorna + agguerriti, magari con il california, secondo me se partiamo a luglio a fine novembre dovremmo essere in zona, così poi lo parcheggiamo fra i sassi del Niponino come campo base.
Ale, Gerry, Stefano e Paolo visto che avete già un erede prima di fare il segundo, direi bromuro “a brache” e due soldi per farsi un salto in queste parti, altro che “dù tir” in valgua..
Giò, Biro e Marco, "organizzarse e presentarse"
Giangi, molla la scuola e migra con noi, tanto dal Quarenghi non mi risulti siano usciti dei Nobel..
Ennio, dopo le 12E, credo sia il caso di esplorare altri siti, mi sono informato e qui manca ancora una salita spiranelli/rota/moioli, ergo non potete esimervi dal provarci. Alè pataennio.
Inoltre per tutti buon gustai, qui si mangia veramente bene, ieri sera bistecca di “bife de chorizo” grossa come un rampante del diamir, che livello imbarazzante, mi piange il cuore a pensare che a breve dovrò ritornare alla mia pasta scondita + verdurine bollite della mensa.
Noi rientriamo domenica sera, lunedi riposo ma martedi pannello e visto che la mia voglia di rientrare non è molta, credo che fino alla befana sarò in giro a litigare con gli elementi, pertanto cerco soci.
Ciao a tutti e come sempre, allenarsi

.....mi stavo dimenticando il Silvi,
caro socio per te questi posti non sono nuovi ma hai cannato sul tempo metereologico come al Naranjo, qui non servono giacche a vento, berrette, “pailame” vario, solo infradito, “braghì e mucha crema”.... la prossima volta devi essererci così con le mie idee e il tuo dominio dell'idioma spagnolo, non ci ferma nessuno, “cioè an rierà gnac alla stasiù di pulman....”

A presto e come sempre, nel dubbio...
allenarsi