lunedì 19 marzo 2012

DIVERTIRSI D'INVERNO - atto III - Presolana, parete nord, via Bosio


La parete Nord della Presolana Occidentale presenta uno scudo compatto che incombe sulla conca del Polzone. A destra è delimitato dall’elegante spigolo nord-ovest salito da Ettore Castiglioni il 19 ottobre del 1930, perché lo scudo venga affrontato nel suo cuore si devono attendere gli anni ’60 in cui due fortissimi alpinisti bergamaschi si unirono in cordata: lo scalvino Placido Piantoni ed il nembrese Carlo Nembrini. Nascono due arditissimi itinerari che esplorano i punti deboli della parete. Nel 1962, il 20 e 21 luglio, aprono la via BOSIO e nel 1967, il 29 e 30 settembre, la via MOCH. Per la precisione il primo itinerario aperto nel centro della parete è opera di Placido Piantoni in cordata con Pezzini, Conti e Giudici che nel 1959, dal 13 al 15 settembre, aprono la via LILION.
Sfumata la possibilità di accompagnare Daniele sulla Paco, la voglia di nord e di continuare a divertirsi in questo fine inverno, non mi abbandona. Domenica sopraggiungerà la perturbazione, già da sabato prevedono l’arrivo del fronte umido da sud-ovest. Il tempo per fare una salita si contrae e resta la sola giornata di sabato. Fulvio, con cui non ho mai scalato, accetta l’invito per una non stop dall’alba al tramonto, che da Colere ci porterà a salire la Bosio sino in vetta, per rendere omaggio alla Regina che in questo inverno ci ha regalato momenti unici.

Tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore.
Basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare.
E' tempo di imparare a guardare.
E' tempo di ripulire il pensiero.
E' tempo di dominare il fuoco.
E' tempo di ascoltare davvero.
CRISTINA DONA’ “Settembre”

Che meravigliose sensazioni.
Salire avvolti nel buio e nel silenzio alla base della parete.
Sentirsi a casa e godere della nascita di un nuovo giorno.
Ritrovarsi soli nella verticalità della nord, con tutto quel vuoto a sostenerci.
Avere la mani fredde e di colpo percepire il sangue che arriva con potenza ed il piacevole dolore che ne segue, segnale che dopo riuscirai a sentire gli appigli e a scalare fluido.
Ascoltare l’intesa con Fulvio crescere e prendere forma, mentre ci alterniamo in testa alla cordata sino al cengione ed oltre.
Fermarsi felici sotto la croce di vetta e stringersi la mano come se da sempre avessimo scalato uniti dalla stessa corda.
Sentire la stanchezza e gustarsi la gioia, lungo la discesa verso sud sino alla Grotta dei Pagani e giù sino al Passo.
Voltarsi un’ultima volta verso il Regno di Presolana, drappeggiato di nubi che si colorano nella luce del tramonto e sentirsi in pace.

Tra due giorni, sul calendario, l’inverno passerà il testimone alla primavera. Nei boschi fuori casa i primi ciliegi iniziano a fiorire, come nuvole bianche spiccano tra gli alberi spogli. Oggi piove, fuori ormai è buio, e la Regina si starà vestendo d’un candido manto. Le porte del suo fatato regno si chiudono, mettendo fine a questa fantastica stagione in cui, per ben cinque volte, ha accolto i verticali vindanti.
LE IMMAGINI : PRESOLANA OCCIDENTALE, PARETE NORD, VIA BOSIO- 17 MARZO 2012

DIVERTIRSI D'INVERNO - atto II - Presolana, parete nord, via Paco

Venerdì 16 marzo alle ore 16 sono in ufficio e sto per chiudere la settimana lavorativa. Un trillo del cellulare mi segnala che è arrivato un sms, sblocco e aprò il messaggio: è di Daniele. Durante la giornata più volte ho pensato a lui. Il messaggio recita: “Paco c’è! Allenarsi!”. Sono troppo felice e immediatamente lo chiamo per complimentarmi. Facciamo però un passo indietro.
Ai primi del mese, con Daniele ed Ale, mi ero divertito parecchio. Quei due giorni passati sulla Direttissima hanno risvegliato prepotentemente la voglia di continuare il gioco sulla Nord. Daniele è in gran forma e nei giorni a seguire la meteo regge. I desideri diventano parole e  le parole si traducono in azione. Daniele si organizza per salire al rifugio Albani e tentare all’indomani di scalare la PACO, in giornata. Giovedì 15 e venerdì 16 sono i giorni fissati. Mi spiace ma non riesco ad accompagnarlo, in quello che per me sarebbe stato un bel viaggio sulle jumar. Chi si legherà con Daniele? In questo inverno un giovane alpinista bergamasco ha siglato, il 27 dicembre,  la prima invernale della via dei fratelli Dalla Longa sulla nord della Presolana Orientale e poi, il 25 e 26 febbraio, la seconda invernale della via GAN sulla nord della Presolana di Castione, il suo nome è Tito Arosio. Per la prima volta si legano alla stessa corda e venerdì 16 marzo portano a termine la prima invernale alla via PACO, festeggiando i 20 anni di questa linea chiodata da Simone, con un utilizzo ridottissimo di spit. Daniele percorre le lunghezze più dure completamente in libera. Per chi non conoscesse questa via, basti ricordare che il tiro chiave di 7b ha uno sviluppo di 35 metri ed è protetto da tre spit e due clessidre, il tiro successivo che è solo di 7a è ancora meno chiodato e andare a prendere il primo spit è un lungo viaggio. Dopo il quinto tiro cede a Tito il piacere di condurre la cordata. Le difficoltà diminuiscono e il numero delle protezioni non aumenta, si deve arrampicare sino al 6b+ con dei run-out da brivido. Giunti al cengione Bendotti, rientrano in doppia lungo la medesima linea.
Inutile aspettare un loro racconto ma al volo arrivano le foto.
GUSTATEVI LA PHOTOGALLERY: PRESOLANA OCCIDENTALE, PARETE NORD, VIA PACO - DANIELE NATALI E TITO AROSIO - 16 MARZO 2012

lunedì 12 marzo 2012

DIVERTIRSI D'INVERNO - Presolana, parete nord, via Direttissima

Finalmente il momento è arrivato, dopo due inverni che lo inseguivamo questo attimo si è concesso.  Questo, non è un inverno di quelli memorabili, non ricorda lontanamente quelle stagioni fredde che hanno caratterizzato le salite dei fratelli Rusconi, ma per convenzione resta sempre un inverno. La neve è poca e le temperature non sono rigide, ma ciò nulla toglie al fascino di questa parete, che ormai da tempo ci ha stregato. Dopo tre anni dalla nostra ultima visita invernale, io e Daniele siamo qui per dare forma ad un altro desiderio, che ha il nome di Direttissima. Con noi c’è anche Alessandro. Non siamo qui per dimostrare niente a nessuno, semplicemente perché questo gioco ci diverte e ci affascina. Si sarebbe potuti uscire dalla parete anche in giornata, partendo presto dal rifugio, ma il nostro gioco prevede di bivaccare lungo la salita. C’è una grotta al decimo tiro, un balcone affacciato sul vuoto e sulla valle, in cui vogliamo passare la notte per godere a fondo della magia che si sprigiona da queste rocce. Percepire la terra che ruota, osservando, dai nostri sacchi piuma, le traiettorie delle stelle. Sentire la montagna respirare nel momento in cui il freddo è più intenso e l’alba si annuncia. Uscire sul cengione nel sole del mattino per poi reimmergersi nell’ombra e percorrere le ultime lunghezze sino alla croce di vetta, chiacchierando e sorridendo.  Questo cerchiamo, momenti esclusivi uniti dall’azione semplice ed ancestrale del salire. Tutto ciò acquista un sapore unico che si scioglie in un sorriso ed una stretta di mano.
Quarant’anni sono passati da quando Livio Piantoni e Rocco Belingheri con Fantini e Correnti il 23, 24 e 25 settembre del 1972 salirono la Direttissima. Fanno ricorso all’artificiale ma senza mai forare la roccia con chiodi ad espansione e le sezioni in libera riservano sempre difficoltà di VI grado. Pur non contando tantissime ripetizioni e presentando in molti tratti una chiodatura precaria, questa via è stata completamente salita in libera con difficoltà sino al 7a. La linea è decisamente estetica e per otto lunghezze sale una successione di diedri sempre più marcati, sino al grande tetto che obbliga ad un’uscita verso sinistra su uno strapiombo di roccia non sanissima. Nel 2007 Roby e Yuri, tra i lavori di restyling della nord, hanno pure rinforzato le soste della Direttissima, aggiungendo un fix e ribattendo tutti i chiodi, senza nulla aggiungere, tranne un fix sul passo chiave della seconda lunghezza. Insomma, estate o inverno che sia, la Direttissima merita una visita. Il divertimento è assicurato.
UNA PHOTOGALLERY INFINITA : PRESOLANA OCCIDENTALE, PARETE NORD, VIA DIRETTISSIMA - 2 e 3 MARZO 2012

mercoledì 7 marzo 2012

PICCOLE STORIE #0

EFFIMERA E FRAGILE

Piccole storie da raccogliere, piccole storie da raccontare, da ricordare e da rileggere. A questo serve un notiziario, per dare voce ai nostri associati e per chi ha qualcosa da dire e da condividere. Il racconto di un’escursione, la storia di un viaggio, i ricordi di una scalata sono singoli frammenti di vita che hanno come scenario la montagna. Nessuno di noi è uno scrittore ma, superata la timidezza iniziale, la soddisfazione di narrare le proprie storie non tarderà ad arrivare. Offrire le proprie suggestioni tramite la scrittura, con il desiderio di coinvolgere e nella speranza di emozionare, è un’azione potente che non può lasciare indifferenti sia coloro che narrano che i lettori curiosi ed attenti.
Ci sono poi le iniziative dei diversi gruppi e delle commissioni, i corsi ed i programmi dell’attività proposta dalla sezione e dalle sottosezioni. Anche questi elenchi, all’apparenza sterili, raccontano del desiderio di condividere la medesima passione e del piacere di raggiungere nuove cime. Questa parte d’informazione, strettamente funzionale alla vita sociale del CAI, si evolve nel tempo per quanto riguarda i contenuti e i modi, lasciando così testimonianza delle tendenze e delle mode di un’epoca.
A noi il compito di raccogliere con rispetto ed attenzione questa pluralità di voci e restituirle sulle pagine che periodicamente avete l’opportunità di leggere. Non siamo giornalisti che devono cavalcare una notizia e rincorrere uno scoop, il nostro lavoro è più simile a quello delle spigolatrici che, dopo la mietitura, ripassano tra le stoppie per raccogliere le spighe cadute a terra scoprendo che sono altrettanto belle e uniche come le altre. Vorremmo sorprendervi in ogni numero con un caleidoscopio di frammenti di vita in grado di raccontare tutti i colori dell’entusiasmo e della passione, affinché la memoria non vada persa. Perché le piccole storie sono fragili ed effimere come una cascata di ghiaccio, la cui bellezza primordiale rapisce lo sguardo e fa sognare, anche se la sua vita è breve e presto crollerà. A noi il compito di trasmettere il ricordo di quell’attimo unico.
Buona lettura

lunedì 5 marzo 2012

PREMIO ALPINISTICO MARCO E SERGIO DALLA LONGA - V EDIZIONE 2011 - LE IMMAGINI

Ringraziamo il fotografo Alessandro Persico di Fotoberg, per avere seguito la serata e per avere messo a disposizione tante belle immagini.
La fotogallery della serata di venerdì 24 febbraio al Modernissimo di Nembro. LE IMMAGINI

domenica 4 marzo 2012

ALLENARSI ! - Diario di produzione.3

Alberto Valtellina dixit: "Ma quanto deve essere criptico un teaser, e chi deve "teaserare"? E fino a che punto? Deve, per dire, fare spalancare la bocca della sconosciuta? Domande opportune? Ma fino a che punto opportune? Quando oportet viene in ballo?"


Produzione - Lab80film
il teaser in HD

SASSI DAL CIELO di Ivo Ferrari


SASSI DAL CIELO
di Ivo Ferrari
"L’opportunità di andare due giorni in Dolomiti mi è data verso la fine di quest’assolato mese di febbraio, Silvano accetta subito l’idea di “un bel po’ di dislivello” nel gruppo delle Pale di San Lucano.
Apro la guida e scelgo l’itinerario che più mi si addice in questo momento, voglio una gran camminata, una via logica e un ritorno lungo dove lasciare le ultime energie: Diedro Cesare Levis, parete Est, Seconda Pala, ottimo!!! Ovviamente manca la salita nella stagione fredda, che poi di freddo non ne abbiamo per niente incontrato!
La partenza è alle quattro di mattina da Lecco, ore otto colazione al bar di Agordo e poi via sotto il peso degli enormi zaini. Saliamo su per l’infinito percorso che, zoccolo compreso, ci deposita, verso le tre, sulla lunghissima cengia d’attacco.
La fortuna è dalla nostra parte, dopo aver schivato due grosse scariche di neve e sassi, partite dal Campanile della Besàuzega a causa del caldo, troviamo una comoda grotta per ripararci e trascorrere la notte. L’entrata della grotta è di solo trenta centimetri, strisciamo dentro, superlativa! Asciutta e spaziosa, un vero regalo inaspettato, qui dentro niente sassi dal cielo.
La notte passa tranquilla, il giorno arriva sereno, usciamo felici di essere lì, solo noi due e un gran silenzio. Le scariche inizieranno più tardi! Provo a chiamare Marco Anghileri impegnato sullo Spiz di Lagunaz, ma il telefono è spento. Lo penserò!
Scarponi ai piedi saliamo lunghezza dopo lunghezza, il Sole ci illumina con i suoi raggi, oggi è davvero caldo e caldo vuol dire neve che si scioglie, dal diedro inizia un sistematico bombardamento di sassi e pezzi di ghiaccio. Siamo attenti, ma non possiamo comandare il “momento”.
Dopo parecchio tempo raggiungiamo il tiro chiave, friabile quanto basta per impegnarci  quanto serve. Lungo i primi 400 metri abbiamo trovato soltanto un chiodo, inizio a essere stanco, il tempo passa e le braccia chiedono riposo. Al termine del tiro Silvano mi raggiunge, un sasso lo ha colpito al naso, sanguina. Due lunghe lunghezze ci separano dalla Cima, ma sono completamente bagnate. L’acqua scende copiosa lungo la fessura, non c’è verso di passare, troppo pericoloso, acqua e sassi dal cielo, non ci voleva. Scendere non si può, troppo complicato e pericoloso.
Un traverso verso sinistra ed ecco ancora la “fortuna”, due dure ma splendide lunghezze ci buttano letteralmente fuori dai casini! Cima, ore quattro pomeridiane, non ce tempo da perdere, si è alzato un Vento forte. Scendiamo il più velocemente possibile e dopo tante ore, nel buio della sera possiamo finalmente stringere la mano ad un Amico che non ha solo la A maiuscola ma tutte le altre lettere AMICO.
GRAZIE ETTORE, GRAZIE MAURO. GRAZIE PER L’AMICIZIA CHE DATE."
Seconda Pala di San Lucano, diedro Cesare Levis con variante d’uscita salva pelle e palle!!
Silvano de Zaiacomo e Ivo Ferrari, 24-25 febbraio 2012 - LE IMMAGINI