mercoledì 25 dicembre 2013

#BOCIA ALPINISTI LOMBARDI# e non solo = BAL+




Rieccoci
I BAL tornano, anzi sono tornati!
Vi ricordate del loro incontro dello scorso inverno. Qui trovate il DISPACCIO 1.0 del dicembre 2012 e il video di quei freddi giorni al Pizzo Becco.

Ora ecco il loro resoconto dell'ultimo incontro autunnale.
Quest'anno non solo un racconto a più mani e le immagini,
ma anche un video accattivante: BAL+

BAL+ - Dispaccio 2.0 - 12/13 Ottobre 2013
di Tito Arosio


Nel week end del 12/13 ottobre 2013 si è tenuto il secondo raduno BAL, questa volta al posto delle piccozze e ramponi si sono utilizzati scarpette e friends. Il luogo scelto, dopo un innumerevole esclusione di posti più alpinistici, a causa del mal tempo incombente, sono state le note ma temute fessure ossolane della falesia di Cadarese. Terreno di gioco ben conosciuto per i granitisti torinesi e valdostani, al contrario terreno assolutamente incognito per la delegazione bellunese. Ciò  ha permesso uno scambio di conoscenze tra i più avvezzi alle fessure del Bianco o dell’Orco e chi è più abituato alla roccia delle Dolomiti.

In questo raduno, rispetto al primo, sono stati estesi i confini geografici, raccogliendo alpinisti da tutto l’arco alpino. Purtroppo a causa del cattivo tempo, le rinunce di partecipazione all’ultimo minuto sono state numerose,  ciò ha selezionato un gruppo di giovani super motivati, creando durante il raduno, una atmosfera da veri fanatici dell’arrampicata, dove il sangue dovuto alle escoriazioni era mostrato come trofeo per poi esaltare le vicende con i fiumi alcolici post arrampicatori!


Il bellunese Luca scrive:

Quest’ottobre sono stato invitato da Tito al secondo raduno dei bocia alpinisti lombardi che questa volta per sottolineare la presenza di noi sei clandestini extraregionali si è chiamato BAL+ invece di BAL. Io arrivo in treno da Trieste (anche se sono della provincia di Belluno!), la destinazione è Cadarese in val d’Ossola ed arrivarci in treno non è proprio come fare il giro dell’orto. In questa falesia Tito, Tappa e Francesco hanno organizzato e fatto incontrare una quindicina di giovani alpinisti provenienti da vari luoghi del nord Italia. Cosa stupenda e stupenda ancor di più se si pensa che sono stati giovani per i giovani a creare il BAL...lode a Tito e Saro per l’idea.

Quest’estate ho conosciuto al bivacco alto di Col Eccles due ragazzi francesi, c’è subito simpatia tra noi e chiacchieriamo assieme tutto il pomeriggio, salta fuori ad un certo punto che i due hanno la mia età fanno parte della nazionale di alpinismo francese del CAF (prima volta che sento una cosa del genere!) e stanno facendo uno stage con delle guide (al bivacco appena sotto del nostro c’erano dieci loro compagni ragazzi e ragazze) che li avrebbe preparati per una spedizione in Alaska. Salta fuori anche che le guide, tutto il materiale alpinistico che usavano e metà del costo della spedizione ventura è pagato dal CAF.

Qual è la situazione invece in Italia? I giovani e l’alpinismo? I giovani (pochi) sono avvicinati all’alpinismo dai corsi CAI che molte volte, a parte alcune notevoli eccezioni, sono per affinità di stile e scopi una specie di continuazione dei corsi scout e non sono certo focolai rivoluzionario-alpinistici dato che spesso gli istruttori hanno la barba bianca e disprezzano la falesia. Il CAI che è oramai sempre più solo ed esclusivamente un club di escursionisti. Mi rendo conto delle difficoltà particolari che abbia il CAI in Italia e che i loro fondi debbano essere destinati ai più e non ai pochi ma credo che qualche forma discreta di aiuto ai giovani si possa trovare.

Basta disquisizioni!

Cosa mi è rimasto di questo BAL+? Beh soprattutto le nuove conoscenze: il Tappavolante, i lecchesi, Francesco detto Er Patata e Stefano, l’uomo dalle mani giganti, l’astemia Giulia che ci bastona tutti alpinisti e maschilisti, i milanesi, i torinesi e aostani. Poi varie escoriazioni sulle mani (tributo al Dio fessura) e un abuso degli intercalare “pota” e “figa” denunciato dai miei amici…(colpa dei bergamaschi).


Il camuno Tappa scrive:

Un tricam. Quanti alpinisti sanno cosa sia un tricam?! Magari uno su dieci sa cosa sia, magari uno su cento ha idea di come si usi, meno sanno effettivamente piazzarne per proteggersi. Era proprio un tricam, customizzato BAL+, uno dei gadget gentilmente offerti dalla camp per questo raduno.

Quanti frequentatori di palestre utilizza il magnesio? Direi 10 su 10, consideando me stesso un infinitesimo ininfluente. E l'altro gadget era un sacchetto del magnesio  e c'era più di una persona tra noi che non utilizza solitamente il magnesio per scalare.

Gente strana, quella che usa i tricam e non il magnesio.

Gente a cui piacciono cose strane, come posti nascosti, lontani dalla civiltà diverse ore di avvicinamento, posti con discese difficili, con orientamento zero, posti con roccia a volte mediocre e un passato oscuro, una storia fatta da alpinisti sconosciuti oppure valorosi eroi del passato, che avevano coraggio da vendere.

Gente curiosa, che non si veste per forza coi marchi del momento, e che di solito apprezza andare fuori dalle rotte frequentate, che preferisce camminare sotto la pioggia che affollare centri commerciali.

Gente forte, gente dalla quale un giovane come me ha tantissimo da imparare: gente di esperienza, che fa tesoro delle innumerevoli ore passate lassù tra i monti a gioire dello stare in parete e del ricercare la bellezza, ricercare una linea o una risposta, su una parete o dentro la propria vita.

Gente che ha il coraggio di arrivare entusiasta, dopo centinaia di chilometri in treno, in una sperduta valle del verbanese, dove la neve ha imbiancato le punte degli alberi durante la notte, per scalare delle fessure di granito duro e infame.

Gente che ha il coraggio di sfidare il maltempo, di dormire sotto la pioggia, di infischiarsene dell'umidità nell'aria e di quella nelle ossa.

Gente che adora stare intorno a una tavolo la sera a raccontarsi a gente sconosciuta, accompagnando i racconti con birrette e buon vino: gente alla quale brillano gli occhi a raccontare delle proprie valli e delle proprie montagne, di vie percorse e da percorrere, di sogni realizzati e di sogni nel cassetto; e di idee, di ideali, di aneddoti e di leggende.

Gente che adora la montagna e l'alpinismo, e a cui poco importa della notorietà.

Gente che alla fine ha anche la fortuna di poter dire che si è anche davvero divertita a salire e scendere da queste fessure in questo week end umidissimo e dalla meteo infame.

Gente che si deve salutare a fatica alla fine, perché in poche ore ha trovato negli altri degli amici, gente speciale, ma che ha vite tanto diverse in posti tanto lontani tra loro.

Mi sono ritrovato tra questa gente strana, quasi per caso, la prima volta. Ed ero subito a mio agio, perché avevo trovato gente con cui condividevo una visione della montagna, ma spesso anche della vita.

Ho spinto per questo secondo raduno perché mi avevano incuriosito questi personaggi curiosi; perché avevo capito che era gente vera e che da loro avevo un sacco da imparare; perché avevo visto, vedendo brillare i loro occhi, che quello che facevano doveva davvero renderli particolarmente felici. E a posteri sono ancora più convinto di aver avuto una buona intuizione.

Al prossimo raduno. Alé duri.


Francesco di Lecco scrive:

BAL+: bocia alpinisti lombardi ed un "più", per non porre limiti quando l'alpinismo di limiti non ne ha! Come le mode e le nuove tendenze, anche il meteo non è dalla nostra, ma viste le energie già spese e l'entusiasmo dei partecipanti decidiamo di non tirarci indietro: spostiamo la location in un posto meno "avventuroso" di quello originariamente prescelto, ci attrezziamo come sub e partiamo.

Forse la tenacia, forse la passione, forse il luogo o il pessimo tempo stesso, che ha favorito i momenti di svago piuttosto che quelli di lotta con l'alpe, hanno inaspettatamente trasformato un ripiego in un successo.

Lo scopo del raduno non è mai stato quello della performance, ma quello di riunire giovani accomunati da una stessa grande e travolgente passione, l'alpinismo, e permetterci di creare nuove cordate che potessero condividere in futuro successi, fallimenti e sogni.

Vedere 15 ragazzi e 2 ragazze (le quote rosa hanno decisamente bisogno di rinforzi!) che si presentano come sconosciuti il sabato mattina e si salutano da amici la domenica sera è stata una bellissima soddisfazione, la prova che abbiamo preso la decisione giusta a non rimandare l'evento!

Quindi grazie a Cadarese per le stupende e strapiombanti fessure, grazie alla Val d'Ossola per averci ospitato, grazie all'abbondante vino che ci ha scaldato sabato sera e soprattutto grazie a tutti quelli che hanno partecipato e non si sono fatti intimidire dalle previsioni meteo!


Per concludere, questo raduno è stato improntato da una forte socialità (in parte dovuta forse dalle condizioni meteorologiche avverse) ben descritta da Tappa ”ognuno dice qualcosa, si racconta, lascia agli altri un pezzo di se, un qualcosa che ha imparato negli anni. Ci scopriamo tutti accomunati da delle idee forti, che sono sicuramente l'amore per l'alpinismo che è parte integrante della vita credo di tutti coloro che stanno seduti a questo tavolo, ma non solo. Ci troviamo anche su temi più larghi come la bellezza e l'importanza della socialità e dei rapporti umani con chi e tra chi frequenta i monti, il rispetto revenziale verso quella montagna che ci regala tanta soddisfazione”.

Sono felice perché si è realizzata l’idea che ha fatto nascere questo progetto e nel momento di salutarsi è emersa la volontà comune di ritrovarsi, magari in pieno inverno per poter spiccozzare tutti insieme da qualche parti nelle Alpi. Nel frattempo c’è chi approfitterà delle nuove conoscenze per realizzare qualche sogno nel cassetto, chi cercherà di ampliare il gruppo del BAL+ cercando altri bocia alpinisti da portare al prossimo raduno o chi semplicemente continuerà ad arrampicare con i soliti soci ma con nuovi sogni  e chi infine andrà in giro per le montagne del mondo.

Arrivederci al prossimo BAL+, iniziate a chiudere il cappuccio del goretex perché al BAL+ il mal tempo non è un ostacolo!


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