domenica 9 febbraio 2014

#1 - UN’IMMAGINE DICE PIÙ DI MILLE PAROLE



“Un’immagine dice più di mille parole” Mi ricorda spesso un amico. Lui ha ragione, lui ha dannatamente ragione, ma io non resisto, a volte ci provo, ma alla fine non resisto e scrivo. Ora, se lascio parlare l’immagine, chi la guarda è assolutamente libero di sognare, di emozionarsi, di lasciarsi trasportare in un suo mondo di visoni, significati e sensi. Però quell’immagine l’ho colta con i miei occhi, prima ancora di fissarla con un clik, cercando di catturare in qualche milione di pixel l’emozione di un istante. Già con questa scelta ho raccontato qualcosa, cogliendo un dettaglio dell’immenso panorama che mi circonda. Ciò potrebbe bastare, proprio perché non sarebbero sufficienti mille parole per esprimere i contenuti dell’immagine, visibili o solo evocati. Ma ciò non mi basta e per ogni clik, che di per se è una storia, si potrebbe raccontare  un’altra storia: di quello che c’è attorno, di quello che c’era prima e che ci sarà dopo. Una narrazione articolata in cui, alle mille parole dette dall’immagine, aggiungere qualche centinaio di parole scritte, come se si desiderasse creare una cornice degna della tela contenuta.

Ora, qui, sono sufficienti una manciata di parole. Per l’esattezza bastano solo delle coordinate temporali e geografiche, accompagnate da poche e semplici frasi.



“06/02/2014 - 08:07  - Presolana Centrale dal Vareno -

Ha nevicato tutta notte, ma il risveglio è accolto da un cielo stellato. Tutto è pronto e parto verso il colle. Spengo il motore, esco nel silenzio, mi incammino mentre la notte si scioglie nelle luci dell’alba. Tutto è bianco, tutto è intonso, come ogni volta mi emoziono per l’onore concessomi di fare una nuova traccia. Il sole sorge, la luce avvolge la Regina sontuosamente ornata. Salgo nell’ombra del versante, mi insinuo nel ricco silenzio del bosco, godendo della fatica e di ogni meraviglia che mi circonda. Sinuosa la traccia si srotola alle mie spalle, mentre davanti una distesa di cristalli lambiti dai primi raggi di sole, si accende di mille riflessi. Alzo lo sguardo, oltre il crinale e le abetaie, lasciandomi cogliere dallo stupore, come se fosse ogni volta la prima volta. Abeti incappucciati di bianco si fondono e lasciano spazio a guglie di candida glassa. Poi mi riprendo e penso che è proprio per questo che torno tra i monti, per essere ogni volta  sopraffatto dalla meraviglia.”

Nessun commento: